Grazie ad Io - Sognare o non sognare?

Sognare o non sognare?

Non smettere mai di sognare perché il sogno è l’unica cosa che il mondo non ti può togliere. Questa frase l’ho trovata scritta anni fa su una banconota da 1000 Lire: ero adolescente, sembra passato un secolo e in effetti eravamo ancora negli anni ’90, nel ventesimo secolo.

Grazie a Dio - #anzianità

Quella frase mi aveva colpito talmente tanto da farne un punto di forza del mio essere, è diventato il mio mantra; soprattutto in momenti poco felici, in vari ambiti, mi ha dato la spinta per cercare di superare gli ostacoli che mi si ponevano davanti. Io sogno tantissimo, ad occhi aperti e chiusi, ma ci sono momenti in cui sono consapevole di avere sogni che si sono rivelati irrealizzabili.

Rendersi conto della realtà e accettare che un sogno non è realizzabile è sempre un colpo basso, ma si passa a quello successivo. La cosa peggiore per me è forse il sogno in quanto attività psichica che si svolge durante il sonno. Faccio sogni ogni volta che mi addormento, anche se solo per 5 minuti, e potrei scrivere sceneggiature di film di qualsiasi genere perché ricordo sempre tutto; in molti casi è bello perché sono talmente realistici da farmi svegliare con una sensazione positiva, anche se accompagnata da malinconia (ad esempio quando sogno la compagnia di qualcuno che non c’è più).

C’è però il rovescio della medaglia: sogni che sono più simili ad incubi oppure sogni che in qualche modo mi sbattono in faccia la realtà da cui cerco di fuggire, quella realtà che cerco di cambiare perché non posso avere ciò che voglio e devo necessariamente prendere un’altra direzione. Pare che i sogni siano messaggi del nostro inconoscio e con la psicoterapia sto scoprendo tante cose interessanti, mi vengono dati dei significati a cui non avrei mai pensato, ma non c’è mai una risposta alla mia domanda: come si fa a non sognare?

E’ estenuante. Quando sembra che determinati pensieri siano lontani, dandomi tregua, ecco che arriva puntualmente quel sogno che, non solo mi fa dormire male con tutte le conseguenze del caso, ma mi fa affondare nuovamente in pensieri da cui fatico a uscire. Entro in un circolo vizioso.

Vale la pena sognare ad occhi chiusi o ad occhi aperti? Quanto diventa difficile farlo mantenendolo come una forza positiva quando sulla strada trovo chi fa di tutto per franturmarli? Mi sembra un quesito alla Matrix: pillola rossa o pillola blu? La pasticca rossa della conoscenza, che svela il mondo come realmente è; la pasticca blu della tranquillità, per continuare a vivere nel mondo illusorio finora sperimentato.

Questa è una delle tante lotte interne, tra me e me. Luce e oscurità. Conscio e inconscio. Da una parte i sogni belli, anche irrealizzabili, ma che danno gli stimoli giusti; dall’altra i sogni quasi incubi, che adesso non scatenano le reazioni di “combattimento”, ma tendono ad ostacolare e mettere in discussione tutto.

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